Cos’è la musicoterapia?

 

Ogni volta che qualcuno mi chiede ‘Cos’è la musicoterapia?’ io devo stare un attimo in silenzio, concentrarmi e pensare – Oddìo, eccoci di nuovo. Che dico stavolta? – Ogni volta è una sfida, uno sforzo, un invito a incrementare la mia comprensione assegnando parole a qualcosa che è indescrivibile per natura e inoltre sembra essere qualcosa di diverso ogni qual volta la si pratica. [1](Kenny, 1982)

La necessità di dover spiegare cosa sia la musicoterapia evidenzia la mancanza di familiarità che la nostra cultura ha, ancora oggi, con questa disciplina. Questo è uno dei motivi per cui, negli incontri di introduzione alla musicoterapia per figure professionali con cui si vengono a creare collaborazioni (medici, psicologi, ostetriche, neuropsicomotricisti e altri professionisti), invito sempre a una riflessione in cui ognuno possa riferire parole chiave suggerite dal semplice termine “musicoterapia”. È interessante osservare che, nonostante sia molto diffusa un’idea errata sulla musicoterapia, tra i tanti vocaboli che emergono ne spiccano sempre alcuni che descrivono in modo effettivo alcune sue caratteristiche fondamentali:

  • relazione
  • musica/suono
  • musicoterapista
  • terapia
  • cambiamento

Della musicoterapia ci sono decine di definizioni (alcune di queste le ho volute riportare in Home), ma a me interessa sintetizzare il più possibile partendo proprio dalle parole suggerite in ogni incontro che svolgo: non esiste musicoterapia senza musicoterapista e, quindi, senza una relazione terapeutica che porti a un cambiamento. Può sembrare tautologico, ma è importante sottolineare che non basta l’elemento sonoro-musicale per avere “musicoterapia” e, soprattutto, ognuno di questi termini non può prescindere dagli altri.

A che serve la musicoterapia?

Il cambiamento è lo scopo ultimo di tutto l’intervento terapeutico”, afferma il professor K.E.Bruscia[2]. È evidente che questo non valga solo per la musicoterapia e che, al tempo stesso, non tutti i cambiamenti siano terapeutici. “Affinché un cambiamento sia terapeutico, esso deve collegarsi specificatamente a un problema che il paziente sta vivendo, e deve in qualche modo avvicinare il paziente a uno stato di buona salute”[3].

Che si parli di prevenzione, o che si parli di terapia e riabilitazione, gli obiettivi di un cambiamento in musicoterapia  possono essere fisiologici, psicofisiologici, sensomotori, percettivi, cognitivi, comportamentali, comunicativi, ma anche musicali, emozionali, interpersonali e creativi (Bruscia, 1993).

Il musicoterapista, dunque, interviene in modo sistematico (non casuale) per attuare un cambiamento terapeutico e, così, raggiungere un obiettivo specifico.

 


[1] KENNY C.B., The mythic artery: the magic of music therapy, Atascadero (CA), Ridgeview Publishing Co., 1982

[2] BRUSCIA K.E., Definire la musicoterapia, Percorso epistemologico di una disciplina e di una professione, ISMEZ Editore, Gli archetti, 1993

[3] Ivi